Ti va un po' di storia? Dai, solo alcune delle tantissime storie:
Uno dei primi esempi di uso dell'aloe è riportato inciso su una tavoletta di argilla sumerica che risale al 2100 a.C., ma esistono raffigurazioni di tale pianta sui muri dei templi dell'Antico Egitto che risalgono al 4000 a.C.
Uno dei resoconti più dettagliati compare sul "Papiro Ebers", uno scritto egiziano risalente al 1550 a.C., dove sono documentate una serie di formule per l'uso dell'aloe (miscelata ad altri prodotti naturali) nella cura di vari disturbi sia interni che esterni. Gli antichi Egizi veneravano l'aloe e la chiamavano "la Pianta dell'immortalità". Vi sono infatti testimonianze sull'uso dell'aloe nel processo di imbalsamazione e nei riti di inumazione dei Faraoni, testimonianze che riguardano anche due delle regine egizie più famose, Nefertiti e Cleopatra. Entrambe erano rinomate per la loro bellezza, e si narra che usassero fare dei bagni immerse nel succo di aloe. Si dice anche che l'ancella di Cleopatra preparasse delle lozioni a base di aloe per la pelle, per accrescere la leggiadria della propria padrona.
Uno dei primi esempi di uso dell'aloe è riportato inciso su una tavoletta di argilla sumerica che risale al 2100 a.C., ma esistono raffigurazioni di tale pianta sui muri dei templi dell'Antico Egitto che risalgono al 4000 a.C.
Uno dei resoconti più dettagliati compare sul "Papiro Ebers", uno scritto egiziano risalente al 1550 a.C., dove sono documentate una serie di formule per l'uso dell'aloe (miscelata ad altri prodotti naturali) nella cura di vari disturbi sia interni che esterni. Gli antichi Egizi veneravano l'aloe e la chiamavano "la Pianta dell'immortalità". Vi sono infatti testimonianze sull'uso dell'aloe nel processo di imbalsamazione e nei riti di inumazione dei Faraoni, testimonianze che riguardano anche due delle regine egizie più famose, Nefertiti e Cleopatra. Entrambe erano rinomate per la loro bellezza, e si narra che usassero fare dei bagni immerse nel succo di aloe. Si dice anche che l'ancella di Cleopatra preparasse delle lozioni a base di aloe per la pelle, per accrescere la leggiadria della propria padrona.
Il primo riferimento all'uso dell'aloe così come lo conosciamo oggi, si trova all'"Erbario Greco" di Dioscoride, medico greco (41-68 a.C.). Egli nella sua opera notò che il contenuto delle foglie poteva essere impiegato per la cura dei foruncoli e delle emorroidi, per irritazioni al prepuzio, per ammorbidire la pelle secca, per alleviare il prurito, per i genitali ulcerati, per irritazioni alle tonsille, alle gengive e alla gol, per le contusioni e per fermare le emorragie delle ferite.
Facciamo un salto in avanti nel tempo, arrivando al grande conquistatore Alessandro Magno (356-323 a.C.). Una leggenda narra che durante l'assedio alla città di Gaza, Alessandro Magno venne ferito da una freccia nemica. Mentre continuava l'avanzata con il suo esercito attraverso il deserto della Libia, notò che la ferita si stava infettando. Allora Aristotele, suo maestro, mandò in suo soccorso un sacerdote che spalmò sulla ferita olio di aloe proveniente dall'isola di Socotra; nel giro di pochi giorni la ferita guarì completamente. Si narra, inoltre, che uno dei motivi della spedizione di Alessandro in India fosse proprio la conquista dell'isola di Socotra. (a sud della Penisola Araba, principale centro di produzione di aloe. Secondo questa versione, quindi, Alessandro Magno conquistò Soccorra per assicurarsi una provvista permanente di aloe per curare le ferite dei suoi soldati.
Facciamo un salto in avanti nel tempo, arrivando al grande conquistatore Alessandro Magno (356-323 a.C.). Una leggenda narra che durante l'assedio alla città di Gaza, Alessandro Magno venne ferito da una freccia nemica. Mentre continuava l'avanzata con il suo esercito attraverso il deserto della Libia, notò che la ferita si stava infettando. Allora Aristotele, suo maestro, mandò in suo soccorso un sacerdote che spalmò sulla ferita olio di aloe proveniente dall'isola di Socotra; nel giro di pochi giorni la ferita guarì completamente. Si narra, inoltre, che uno dei motivi della spedizione di Alessandro in India fosse proprio la conquista dell'isola di Socotra. (a sud della Penisola Araba, principale centro di produzione di aloe. Secondo questa versione, quindi, Alessandro Magno conquistò Soccorra per assicurarsi una provvista permanente di aloe per curare le ferite dei suoi soldati.
Il primo riconoscimento e il rispetto della comunità medica occidentale, arrivò solo agli inizi degli anni '30. Per ironia della sorte si dovette ricorrere all'aloe per porre rimedio agli effetti collaterali di una nuova invenzione: la tecnologia dei raggi-x. Due medici Americani, i Collins, scoprirono che applicando sulla pelle ulcerata o scottata dai raggi-X compresse di foglie di aloe vera tagliate a metà, le lesioni guarivano con una rapidità incredibile. Inoltre si potevano ripetere le applicazioni ogni due ore, poiché non si verificavano effetti collaterali. I dottori Collins crearono allora un composto a base di aloe vera chiamato "Alvagel".Nel 1935 pubblicavano sulla rivista The American Journal of Roentgenology risultati raggiunti coll'utilizzo del loro prodotto.
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... e la saggezza dei popoli:
- "Pianta dell'immortalità" (Egizi) - "Elisir di Gerusalemme" (Templari) - "Elisir della longevità" (Russi) - "Pianta miracolosa" (Monaci) |
- "Guaritrice silenziosa" (Indù) - "Magiche virtù" (Sumeri) - "Pianta dell'ustione" (Romani) - "Rimedio armonioso" (Cinesi) |